

VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - RAPACI
BIANCONE (Circaëtus gallicus)
Questa specie, che costituisce l'anello di congiunzione tra le aquile e le
poiane, comprende individui di mole notevole e di corpo slanciato. Il loro becco
è forte, ricurvo e dotato di un lungo uncino a margini dritti; le ali sono
larghe e lunghe, la coda mediocre, il tarso alto e ricoperto da una corazza di
piccoli scudi. In lunghezza raggiungono i settanta centimetri, hanno una
apertura d'ali di circa un metro e ottanta e coda di ventidue-ventiquattro
centimetri. Il colorito è bruno nelle parti superiori, bianchiccio con sottili
striature brune sulla gola, la fronte e le guance, mentre il resto delle parti
inferiori è bianco con poche macchie brune trasversali. Un cerchio di piumini
circonda l'occhio, e le redini sono coperte di peli rivolti in avanti; il becco
è azzurro-nero, l'occhio giallo e la cera e i piedi azzurrini. Non vi sono
differenze di rilievo nel variare dei sessi e dell'età.
I confini entro i
quali si muovono gli individui di questa specie sono molto estesi e comprendono,
oltre al Continente europeo, molte regioni dell'Africa e dell'India. Normalmente
abitano l'Europa nei mesi primaverili ed estivi, nidificando, e vanno a svernare
nei più tiepidi climi africani; ma non è raro che rinuncino alle migrazioni e si
tengano stabilmente nei luoghi in cui hanno fatto il nido.
L'indole del Biancone è pigra, capricciosa e attaccabrighe. La sua pigrizia
rasenta addirittura la stupidità, come hanno potuto constatare i cacciatori che
lo hanno sorpreso e ucciso da brevissima distanza nelle ore del mattino e della
sera, dedicate al riposo. Quando uno di essi ha afferrato una preda, si vede
rapidamente assalito dai compagni che gli danno battaglia per rubargliela,
colpendolo con le unghie e impedendogli i movimenti. Non lo si può ad ogni modo
considerare un cattivo cacciatore, se lo si osserva mentre cala lentamente sulle
vittime sorvegliate a lungo dall'alto con volo ondeggiante, o mentre si aggira
sulle rive dei fiumi e dei laghi immergendosi anche nelle loro acque per trarne
il cibo. Il suo alimento preferito è costituito dai rettili, e nel cacciarli dà
prova di astuzia e di ardimento: qualsiasi serpente, per grande e robusto che
sia, è destinato a soccombere nella lotta contro il Biancone, che si precipita
su di lui gridando e battendo le ali, lo afferra con un artiglio presso il capo
e con l'altro poco più indietro, spezzandogli a colpi di becco la spina dorsale.
Si è constatata la sua capacità di liberarsi dell'avversario anche dopo essere
stato completamente avvolto nelle sue spire: esso infatti non abbandona mai il
corpo del serpente dopo averlo afferrato, e rende vani tutti gli sforzi del suo
nemico. Per i rettili esiste una sola arma di difesa, il veleno, ma se usandolo
possono uccidere il Biancone, non riescono, ad ogni modo, ad evitare la propria
morte.
Oltre che di rettili, questi uccelli si cibano di rane, lucertole, pesci,
crostacei ed insetti di vario genere.
Pongono il loro nido sugli alberi e sulle rupi, incominciandone la
costruzione all'inizio del mese di giugno: usano ramoscelli secchi e non molto
grossi per intessere le pareti esterne, e sovrappongono nella cavità foglie
verdi agli steli più sottili. La femmina depone normalmente un solo uovo, più di
rado due: di forma oblunga, hanno guscio scabro e sottile, di colore
azzurrognolo, e vengono covati per circa un mese. Entrambi i genitori concorrono
all'allevamento ed alla nutrizione della prole, trasportandola in un altro nido
quando qualche pericolo la minacci.
Perché sia possibile tenere il Biancone in schiavitù, è necessario prenderlo
in età molto giovane ed occuparsi assiduamente di esso. In questo modo si adatta
abbastanza agevolmente alla diversa condizione e mostra tutti i caratteri che
gli sono propri, dall'avidità alla gelosia verso gli altri uccelli. Se posto in
gabbia in età adulta, è molto difficile che sopravviva alle nuove condizioni di
vita.
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